Copyright e note legali E-mail
 
 

AIPO & C.

L’AIPO (Agenzia Interregionale per il Po) ha in carico le casse di espansione di Secchia e Panaro ma il problema del collaudo c'è dal 1990. Il direttore dell’agenzia interregionale delle acque Luigi Fortunato spiega i punti critici che bloccano il collaudo e garantisce che  con le paratoie installate nel 2012 sul manufatto forse si arriverà a mettere la parola fine sulla casse di espansione del Panaro. Dopo l’allagamento dell’abitato di Bomporto (Modena), sta girando un video della Gazzetta di Modena che documenta una falla nella “diga”. La grande diga è stata realizzata in tempi diversi, e con due colate di cemento armato differenti, avvenute a distanza di un decennio, fra gli anni '80 e '90. Un cantiere lungo 40 anni, che ha inizio nel 1974, e prosegue a più riprese fino ai giorni nostri per arrivare a sfondare il muro di 31 milioni di euro di costo.

Il collaudo delle dighe e degli argini è una prova di invaso richiesta dalla normativa, che serve proprio a verificare la tenuta complessiva a garanzia della pubblica incolumità, ma sempre più spesso emergono criticità nei manufatti  e forse è per questo che molte opere di contenimento su tutto il tratto del Po non sono mai state collaudate. Recentemente si è scoperto (Gazzetta di Reggio foto Studio Elite) che un tratto degli argini del Crostolo nascondono una discarica, al proprio interno rifiuti urbani di vario tipo.

Aipo opera sui territori regionali in base ad accordi con le singole Regioni, compresa l’Emilia-Romagna attraverso un protocollo del 2001. Governata da un Comitato che dà gli indirizzi “politici” di azione, costituito da assessori delle quattro Regioni, e da un direttore che è anche legale rappresentante – oltre a un collegio di revisori che ne curano la contabilità e finanzia. Aipo è strutturata su sette “dirigenti apicali”, tre di questi coordinano le principali funzioni tecniche e gestionali, quattro si occupano di ciascuna area regionale del bacino. Il personale è di circa 360 unità. Gli interventi vengono pianificati e gestiti attraverso un Programma triennale che si sviluppa provincia per provincia. Così, per Modena, restando solo al Secchia (ci sono anche interventi per il Naviglio e il Panaro), nell’ultimo programma troviamo una copertura finanziaria per opere del valore d 2,5 milioni di euro circa tra il 2013 e il 2015. Solo per il tratto della Bassa per il 2013 erano previste spese di mezzo milione di euro per “Lavori di manutenzione per lo sfalcio e la pulizia delle arginature del Secchia” che riguardavano anche i Comuni di Modena e Carpi. Una spesa di 120mila euro era per “lavori di manutenzione della cassa di laminazione del Secchia comprendenti la pulizia del manufatto, della briglia selettiva e della strumentazione”. Altri 250mila euro sono andati per “Lavori urgenti per la pista di servizio in sommità arginale del Secchia nei Comuni di Novi e Concordia” e ben 78mila euro per la “Sostituzione di pilastrini”. Per quest’anno il Programma prevede una spesa di 500mila euro per “Lavori di manutenzione per lo sfalcio e la pulizia delle arginature del Secchia”, da Modena a Novi e lungo tutta l’asta della Bassa. Altri 120mila euro sempre per pulire la cassa di laminazione. A questi si aggiungono 1.200 euro spesi l’anno scorso e da spendere quest’anno per il “protocollo di intesa con la provincia”. Per quest’anno il protocollo di Aipo prevede un “Piano di controllo delle nutrie a difesa delle opere idrauliche”. Un altro mezzo milione di euro era previsto per il 2015 sempre per la pulizia e lo sfalcio. Nessuna notizia dal sito ufficiale Aipo sui tempi medi dei servizi erogati e sui costi. Aipo assegna anche appalti a ditte esterne.

Quanto spende Aipo per il nostro territorio? Dati provinciali non esistono, ma dal bilancio di previsione, secondo il Programma Triennale, per Modena lo stanziamento è di circa 2,5 milioni di euro. Per tutta l’Emilia Romagna, il bilancio di previsione 2013 prevedeva 6,3 milioni ovvero il 35% della ripartizione totale; per il 2014 era prevista una spesa di 8,2 milioni (esclusa ovviamente l’alluvione che c’è stata).

Quanto agli interventi strutturali, nel 2013 la previsione di spesa per la nostra regione era di 9, 2 milioni e per il 2014 di 11,3 milioni. Infine, per “opere urgenti e prioritarie” l’Emilia-Romagna spetterebbero 2,4 milioni.

Una voce interessate, che si desume dal sito di Aipo, sono le retribuzioni dei dirigenti, che sono pubbliche.

Leggendo si scopre che il direttore Luigi Fortunato (nella sede principale di Parma), con un incarico a tempo determinato, nel 2012 (un dato aggiornato al settembre 2013) ha percepito come stipendio lordo annuo quasi 219.000 €. Un dirigente ogni 23 dipendenti.

La regione Emilia Romagna ha 178 dirigenti con compensi lordi compresi tra 86.000 € e 133.900 €. Si aggiungono centinaia di società partecipate e consorzi con funzionari di alto livello nominati dalla politica. Il personale è inquadrato in numerose categorie che hanno variazioni di stipendio anche sensibili. La presenza lavorativa è del 92%.

 

10 gennaio 2012 Un dirigente locale di Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, in servizio a Modena, è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. L’accusa: aveva subaffittato l’alloggio di servizio ad una famiglia che gli versava dai 400 ai 500 euro al mese. Una “manovra” che si è prolungata per almeno due anni e mezzo.

14 dicembre 2014 La trasmissione Report ha mandato in onda un servizio di Giulio Valesini intitolato «la cricca del Po» per i lavori urgenti svolti sugli argini delle zone a rischio del fiume in provincia di Rovigo, svolti parzialmente o non effettuati. “Secondo le ricostruzioni degli inquirenti le accuse sono di corruzione, truffa ai danni dello Stato, falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture per mezzo milione di euro”. Indagati sono quattro funzionari dell’AIpo, che avrebbero predisposto e avallato come urgenti, a favore di tre imprenditori, i lavori di arginatura subacquea del fiume a Ca’ Zuliani, vicino a Porto Tolle, senza che lo fossero realmente. Un modus operandi che si sarebbe ripetuto in modo simile in altri tre casi a Castelmassa, sempre nel 2008. Inoltre tutti i membri dell’AIpo che sono finiti sotto indagine attualmente sono ancora al loro posto e continuano a svolgere il loro lavoro di sovrintendenza e mantenimento degli argini. Sappiamo per certo che vi sono invece realtà ben diverse e che tali atti sono solo casi sporadici.



Alluvione nel modenese

Ovviamente dopo un fatto così grave è naturale che si scatenino le polemiche, molte le voci, ma le normative sono molte e molto contorte e spesso viene additato come colpevole il più comodo in quel momento. Nello specifico, la colpa senza alcun dubbio e nella totalità viene attribuita ad AIPO. Come già detto precedentemente, questa struttura è formata principalmente da figure “politiche” e già questo dovrebbe essere sufficiente per mettere il dubbio sulla loro ipotetica condanna. Anche tutte le azioni legali che si potranno intraprendere verranno irrimediabilmente stoppate  da dati oggettivi portati in difesa degli accusati, a mio avviso troppo precipitosamente.

Di conseguenza tra qualche anno scopriremo che non pagherà nessuno e chi ne avrebbe dovuto rispondere in realtà non può essere più incolpato perché il reato è andato in prescrizione e magari è stato “promosso” dalla politica a dirigente di qualche consorzio o azienda partecipata. Stiamo parlando dei sindaci e dei politici, i primi che si stanno dando tanto da fare per additare AIPO come colpevole unico per l’inondazione nel modenese.

 

Giovanni Favia su twitter inserisce questa foto e aggiunge “..comunque tassi e volpi fanno peggio delle nutrie”

file:///C:/Documents%20and%20Settings/Amministratore/Desktop/ALLUVIONE%20MO/Twitter%20_%20giovannifavia%20%20%23alluvioneMO%20e_files/Beb6KyPCYAAjzue.jpg

Anzitutto va precisato che tassi e volpi non fanno tane negli argini in froldo, cioè a diretto contatto con l’acqua come nel caso dell’argine del Secchia che ha ceduto. Ma non possiamo certo pretendere che un politico sia anche competente in qualche materia e quindi ignoriamo il coraggioso intervento a favore delle Nutrie.

Giuseppe Schena, sindaco di Soliera disse ”disastro che si poteva evitare”;

Stefania Zanni, sindaco di Campogalliano, ha la casa in una zona priva di area golenale, e si preoccupa perché vede sempre più spesso le acque non prendere il "verso giusto" lungo il corso naturale;

Stefano Draghetti, primo cittadino di Cavezzo, parlava di scarsa manutenzione degli argini ("Gli sfalci dell'erba che rallenta il deflusso delle acque dovevano essere eseguiti due volte l'anno, ora sono passati a una");

Ma anche questo sindaco non brilla per conoscenza e più avanti motiveremo il tutto.

Carlo Marchini, sindaco di Concordia, additava gli argini ed il loro indebolimento a causa delle tane che vi scavano le Volpi e i Tassi. Ripetiamo il commento fatto per Favia, cioè che volpi e tassi non costruiscono tane sugli argini in froldo ma volendo potremmo anche aggiungere gli istrici che stanno gradatamente popolando le nostre zone. Anche qui scarsa conoscenza ma ovviamente qualcosa bisognava dire e visto che tanto non sa un c… nessuno tanto vale inventare.

Rudi Accorsi, sindaco di San Possidonio, richiamò invece l'attenzione sul fatto che "...alzare gli argini e lasciare che si elevi il fondo del fiume è una rincorsa che ci porterà a rimanere nell'emergenza". Anche questo signore ignora molte cose che chiariremo successivamente. Si lamentano all'unisono anche i primi cittadini di Campogalliano, Camposanto, Novi, Cavezzo, Concordia, Bastiglia e Bomporto.

Visto il pressapochismo dimostrato da diverse parti, a questo punto sono doverose alcune precisazioni tecniche:

Al contrario di quanto afferma il sindaco di Concordia, i Tassi e le Volpi sono pericolosi (ma mai quanto i Conigli selvatici), per quanto riguarda gli argini di fiumi non a diretto contatto con l’acqua, infatti costruiscono le loro tane sulle sommità per impedire allagamenti e garantirsi una via di fuga dalle tante uscite della tana.

Assolutamente inoffensive invece le Lepri che non costruiscono tane.

Le tane delle Nutrie sono invece molto pericolose per gli argini in froldo, cioè quelli a diretto contatto dell’acqua come quelli dei fiumi Panaro, Secchia, Crostolo ecc. Le tane sono costruite dalle Nutrie (animali molto docili e che non temono l’uomo), a pelo d’acqua e sono in grado di costruirsi una tana nel giro di poche ore. E’ un animale gregario per cui il nucleo familiare può variare da 2 a 10 o più individui ed è generalmente composto dalle femmine e dai piccoli più un maschio adulto. La tana è costituita da una complessa rete di gallerie sotterranee lunghe anche una quindicina di metri con diverse entrate ed uscite. Il maschio è più grosso della femmina. La lunghezza della nutria varia dai 65 ai 140 cm; l’altezza è compresa tra i 30 e i 40 cm mentre il suo peso può variare dai 5 ai 10 Kg. Il periodo di gestazione della femmina è variabile tra i 125 e i 140 giorni ed è indipendente dalle stagioni. Il numero dei piccoli nati può variare da 3 a 6 e, qualche volta, può raggiungere la decina di unità.

 

Nessuno dei sindaci ha però mai parlato dei finanziamenti ricevuti per l’ambiente e di come invece siano stati o vengono spesi. Nessuno dice che le normative prevedono delle aree dove gli animali devono essere lasciati liberi di vivere, spesso si prendono i soldi per realizzare tali aree ma poi ci si dimentica di concretizzare e così le aree golenali, ma non solo, vengono coltivate in modo intensivo, sottraendo habitat alla fauna selvatica e questa è costretta a trovare riparo in ambienti che possono essere pericolosi per l’uomo, vedi argini. Addirittura pur di trarre il massimo beneficio, gli agricoltori ignorano persino le fasce di rispetto al fianco dei fiumi e canali, tali aree devono essere lasciate libere per la manutenzione (Regio Decreto 1904) che prevede una fascia di almeno 4 metri.

Cosa dire poi delle tante piste ciclabili realizzate sugli argini coi finanziamenti europei? Sono state da sempre sconsigliate da Aipo in quanto impediscono di verificare la tenuta degli argini e impediscono all’acqua di penetrarvi riducendo notevolmente la resistenza meccanica a causa della mancata coesione interstiziale fra la sabbia e il terreno che li compone. Eppure nessun sindaco vi si è mai opposto, come nessuno si è mai chiesto perché l’asfalto sugli argini costa 4 o 5 volte in più dell’asfalto del vialetto privato di un qualsiasi cittadino (qui entrano però in gioco i misteri degli appalti pubblici). Non dobbiamo poi dimenticare lo stratagemma dei parchi e delle aree protette. Una volta che un’area è stata adibita a parco, nessuno può più fare nulla e si arriva al paradosso che l’Aipo viene denunciata (è successo nel mantovano) perché ha estirpato (in area soggetta a vincolo perchè parco), alberi sul fianco arginale che ne mettevano a rischio la tenuta. I sindaci adorano i parchi; nessuna manutenzione, nulla di nulla, solo tanti soldini in cassa da spendere senza controllo.

Le foto ed i video sulla breccia aperta nell’argine e che ha provocato l’allagamento, dimostrano che la normale manutenzione dell’argine è stata eseguita correttamente, infatti sui fianchi interno ed esterno degli argini non vi è alcuna presenza di alberi che avrebbero potuto dare origine allo sradicamento con conseguente asportazione di terreno trattenuto fra le radici e successivo innesco del fenomeno di erosione da parte dell’acqua che avrebbe prodotto il cedimento dell’argine. Vi è la presenza di alberi all’interno del letto del fiume ma che non può avere danneggiato l’argine e qui si apre la solita polemica sul perché i letti dei fiumi non vengano puliti e perché chi tenta di farlo viene denunciato da chi in nome della protezione dell’ambiente ignora volontariamente tutto il resto. Molto verosimilmente la causa del cedimento è dovuta alla tana di nutrie che a causa dell’innalzamento del livello del fiume ha fatto collassare i cunicoli con le conseguenze che conosciamo, la vista aerea conferma che la breccia maggiore è stata all’interno dell’alveo e quindi se ne deduce che il cedimento ha avuto origine proprio dall’interno.

Lo sfalcio degli argini messo sotto accusa dai neoesperti del momento, in realtà, stando alle norme, ma ancor prima dal buonsenso, non deve mai essere effettuato all’interno dell’alveo in quanto l’erba, piegata dalla corrente del fiume, costituisce un ottimo strato resistente all’erosione dell’acqua e per una semplice legge fisica i fili d’erba allineati secondo la corrente facilitano lo scorrimento delle acque che altrimenti sarebbero soggette alla scabrosità (rugosità) del terreno e, oltre ad essere rallentate, favorirebbe l’erosione e il trasporto di materiale. Al contrario di quanto afferma il sindaco di Cavezzo l’erba non frena il deflusso delle acque ma la cotica assicurata dall’erba è una garanzia per la tenuta degli argini. L’importante è che non si consenta la crescita di cespugli o alberi all’interno del corpo arginale, sia dalla parte del letto del fiume che al suo esterno. E’ invece utile lo sfalcio dal lato esterno dell’argine perché consente un miglior monitoraggio dello stesso in caso di piena e consente di individuare celermente la presenza di infiltrazioni (fontanazzi). Va poi fatto un pensiero sulla estirpazione delle Nutrie ma anche del famoso Gambero della Luisiana, animaletto molto aggressivo, che si riproduce a velocità incredibili ed è in grado di rendere un argine sforacchiato come un colabrodo e favorirne il collassamento a causa delle infinite tane che scava. Questi animali non sono autoctoni come Volpi, Tassi, ecc.. ma sono stati inseriti forzatamente dall’uomo che ne ha sottovalutato l’impatto con l’ambiente.

Al sindaco di San Possidonio è doveroso rispondere che; abbassando il letto del fiume si corre il rischio di aumentare la quantità di acqua contenuta fra gli argini e di conseguenza se ne aumenta la portata ma non la velocità, con conseguente maggior pressione sugli argini stessi, producendo inoltre una maggiore erosione delle sponde da parte della corrente, contraddicendo la legge fisica scoperta da Venturi e che conosciamo proprio con tale nome per cui maggiore è la corrente e minore è la pressione sulle sponde, principio che ha dimostrato anche che più c’è corrente e minore è il deposito di materiale sul letto del fiume. Senza poi considerare la forte accelerazione data all’acqua e la mancanza di un altrettanto rapido sfogo alla foce, cioè nel fiume Po.

 

L’unico che potrebbe avere ragione è invece Giuseppe Schena, sindaco di Soliera che dice ”disastro che si poteva evitare”; probabilmente si poteva proprio evitare facendo ciò che la legge prevede.

Partiamo dalla genesi, parliamo di Protezione Civile, quella cosa di cui tutti spesso parlano con enfasi ma a vanvera. Al di là di chi era di competenza o meno il Secchia, non possiamo ignorare che nei giorni precedenti all’alluvione c’è stato l’allerta delle autorità, quindi il sistema di Protezione Civile era scattato e siccome la legge dice che la massima autorità di P. C. del territorio è il sindaco, viene da chiedersi cosa abbiano fatto questi signori. Certo che se la loro preparazione corrisponde alle loro dichiarazioni, non c’è nulla di cui sorprendersi. La legge 225 del 1992 (24 anni fa) “istituzione della Protezione Civile”, prevedeva che ogni comune si dotasse di una propria struttura e che mettesse a punto un proprio Piano di Emergenza comunale. Non possiamo dimenticare che nel Maggio 2012 queste stesse zone furono colpite da un violento terremoto ed anche allora ci si rese conto che i comuni non avevano adempiuto ai loro obblighi e così il Governo fu costretto ad approvare la legge n. 100 del 12 Luglio 2012 che prevedeva che entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento i Comuni approvassero il piano di emergenza comunale, redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte regionali.

I dati disponibili sul sito della P. C. nazionale dicono che tutti i comuni interessati avrebbero (ufficialmente) il piano di emergenza. Molti invece i comuni che ancora sono latitanti nel rispondere alle normative, resta poi da vedere tra quelli “bravi” chi ha veramente prodotto un piano efficace ed utile e non solo per  fare i primi della classe. Infatti! Sui siti ufficiali dei comuni interessati non vi è traccia alcuna dei piani di emergenza e qui viene da chiedersi: “me se i piani non sono resi pubblici e chi li dovrebbe applicare non li conosce, a cosa servono?”

Non resta che cercare di prendere informazioni dalle strutture comunali di P.C. cioè i volontari, quelli con le divise gialle ed i mezzi con tanto di scritte e lampeggianti che a volte si vedono durante le feste paesane a dirigere il traffico, vietare gli accessi alle varie aree, partecipare alle manifestazioni promosse dall’amministrazione locale, a volte si prestano anche a far passare i pedoni, ecc.. Ma evidentemente non hanno ritenuto opportuno monitorare i propri argini durante l’allerta meteo, eppure questa era l’unica cosa che erano autorizzati a fare come Protezione Civile.

Scopriamoli attraverso i loro siti internet, Facebook, ecc.

CAMPOGALLIANO: sul sito del comune si legge; (la P.C.) nasce con delibera di Consiglio comunale n. 28 del 24 giugno 2010, si è ufficialmente costituito il Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile. L'importanza di formare nei cittadini la consapevolezza dei problemi connessi alla protezione civile, l'importanza di diffondere adeguata conoscenza dei rischi che esistono sul territorio e del modo di prevenirli, portano alla necessità che il Comune disponga di un Gruppo Comunale di Volontari di protezione Civile, compito del Gruppo, che non ha fini di lucro, è quello di far fronte alle attività di protezione civile che consistono nella previsione, prevenzione e soccorso in occasione di calamità naturali.

Nasce la P.C. dopo 18 anni con lo scopo di prevenire i rischi sul territorio. Sarà……ma sembra non avere funzionato correttamente. Sul sito anche una lunga lista di sponsor che sostengono il gruppo (leggasi €€€€).

BOMPORTO: La Protezione civile non si sa da chi è costituita o se ci sia o meno. Il sindaco forse si fida solo del solito consulente esterno e forse anche amico Geom. Franco Malagoli come rilevabile dal sito.  Visto l’esito che conosciamo, qualcuno ha consultato il consulente durante l’allerta o magari prima? Perché questo comune è stato allagato completamente e l’allarme è scattato dopo ore e per caso, in seguito alla segnalazione di una ragazza che andava al lavoro alle 6 di mattina?

SOLIERA: tutto ciò che si può trovare è su Facebook ed è l’auto regalata alla Protezione Civile di Soliera.
Mahindre Bolero 4x4 Donata da AlleTattoo in collaborazione con la Forghieri Auto, in occasione del Guinnes dei primati...Ottenuto da Alle Tattoo. Mezzo indispensabile per trasportare tutta la conoscenza ed attrezzatura che abbiamo visto all’opera in questi giorni.

28-06-2006 15:08 kikka18 su www.soccorritori.it

E NATA LA PROTEZIONE CIVILE A SOLIERA!!!!!!! CHE BELLO SONO FELICE!!!! SPERIAMO DI ESSERE SEMPRE + NUMEROSI. Dopo varie richieste sul blog, la Kikka risponde:

CIAOOOO, noi siamo convenzionati con il comune e la provincia. siamo x ora 56. i nostri mezzi sono una tenda da campo lunga 10m e alta 5 che contiene 18 brandine. un container adibito a cucina che sforna 80 pasti all’ora e un container infermeria. piu un furgone x la logistica e una jeep 4x4. noi possiamo intervenire in caso di calamita naturali maxi esodi, nei caso di ordine pubblico e quando ci sono delle manifestazioni sportive e culturali. ciao da kikka18

Loro possono intervenire per gli esodi biblici (maxi esodi) ma “ci fa schifo camminare sugli argini”? Di tutta questa roba cosa avranno usato la settimana prima e dopo l’alluvione?

CAMPOSANTO: Il comune è dotato di un Piano Comunale di Protezione Civile approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n.30  del 28/09/2010. (18 anni di ritardo), però sulla striminzita presentazione del piano sul sito del comune si legge che la P.C. locale è una splendida realtà, sono 11 persone volontarie, con un caposquadra, formate, assicurate, in divisa, attivabili dal comune per compiti di sorveglianza delle arginature, informazione ai cittadini ecc… Ma allora perché non hanno sorvegliato le arginature come previsto dai protocolli?

CAVEZZO: La pagina della P.C. sul sito del comune contiene la sintesi delle normative. (evidentemente altro non so).

CONCORDIA: sul sito del comune si annuncia una assemblea pubblica per il 15 ottobre 2013

“PROTEZIONE CIVILE: CHI SI OFFRE ALZI LA MANO!”

Il Comune di Concordia sulla Secchia vuole costituire un Gruppo comunale di Protezione Civile per garantire ai cittadini la presenza di volontari capaci di intervenire in favore del territorio e della popolazione in caso di necessità.

Durante l’emergenza sisma abbiamo sperimentato direttamente quanto è prezioso il supporto di volontari preparati ad intervenire in condizioni estreme, e oggi vogliamo assicurare a Concordia una presenza locale qualificata di volontari della Protezione Civile.

Questi costituiscono la P.C. dopo 21 anni che è un loro obbligo e Carlo Marchini, il sindaco, ci viene a dire che sono state le Volpi e i Tassi a scavare le tane? Cosa ha fatto per tutelarsi?

 

Come sempre i sindaci confidano sul popolo bue se di centro sinistra o sulle pecorelle se di centro destra

 

Come dicevamo precedentemente, una volta scattata l’allerta, i gruppi locali di P.C. hanno come compito quello di vigilare gli argini (prevenzione), dove erano quando l’argine ha ceduto e nessuno sul posto a dare l’allarme? Perché non sono intervenuti con le procedure insegnate nei corsi come la stesura di sacchetti di sabbia o telonamenti? Perché non hanno applicato i Piani di Emergenza che dichiarano di avere? Sorge spontanea una domanda: ma i corsi li hanno seguiti o ai sindaci basta avere a loro disposizione dei soldatini da mettere in campo per le loro attività promozionali?

Forse questa volta si farà veramente chiarezza sulle competenze e si imporrà quell’istruzione che alcuni personaggi dovrebbero già possedere. Forse si scoprirà che il Regio Decreto 368 del maggio 1904 “ … sulle bonifiche, ecc. “ è ancora valido.

Si scoprirà forse che il Regio Decreto 25 Luglio 1904 numero 523 “Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie”, è ancora valido.

 

Per ultima una precisazione doverosa; le norme prevedono che siano gli Enti che hanno in concessione gli argini a farvi la manutenzione, cerchiamo di rispondere con una domanda che si è fatto anche il massimo dirigente AIPO; “perché l’AIPO di Ferrara spende un quarto di quel che investe nel modenese? E’ perchè là le sagomature arginali vengono sfalciate dai frontisti...?". (Come previsto nei Regi Decreti n.d.r.)

Perché le regole cambiano da provincia a provincia aggiungiamo noi?     

        

                                                                                                                   Roberto Nosari

                                                                                                                                                   

 

 

Copyright riservato a www.poweb.it vietata ogni riproduzione non autorizzata