Un
decreto per bloccare le vaccinazioni pericolose è stato
bloccato «sine die».
Intanto,
vengono denunciati numerosi casi di «effetti collaterali»
nei bambini.
Non
c'è scelta né vera libertà senza adeguata informazione.
Come è noto, nel nostro ordinamento vige il principio
generale della libertà di scelta terapeutica. Un principio
generale che subisce però un “alleggerimento” nel caso
in cui possa esserci nella scelta terapeutica del singolo un
contrasto con l’interesse della collettività.
Questa
è per l'appunto la situazione che si viene a creare con le
vaccinazioni obbligatorie per legge. ll legislatore,
infatti, ha ritenuto che la libertà di scelta riguardo alle
vaccinazioni possa venire limitata in ragione proprio
dell'interesse della collettività.
Partendo
dal presupposto che i vaccini siano per la collettività una
sorta di benessere collettivo. Questa compressione della
libertà del singolo riposa, in altre parole, sulla ferma
convinzione dell’assoluta bontà scientifica dei vaccini.
Se ciò dovesse essere messo in discussione, anche il
fondamento costituzionale di tale trattamento sanitario
obbligatorio potrebbe vacillare. Attualmente, in Italia,
permane l'obbligo della vaccinazione antiepatite B,
antitetanica, antipolio e antidifterica. All'incirca all'età
di tre mesi cominciano le sedute vaccinali con la stessa
ritualità con cui si comincia a frequentare la scuola e si
adempie a una serie di altri obblighi che tutti abitualmente
siamo chiamati supinamente a rispettare.
Ma
siamo certi di sapere tutto sui vaccini? Per esempio, lo
sappiamo che esiste una legge statale [L. 25 febbraio 1992,
n. 210 ] che indennizza i danneggiati da vaccinazioni e che
prevede espressamente anche il caso in cui un soggetto muoia
a seguito di un vaccino? Chiediamoci allora perché quando
andiamo nei consultori vaccinali gli operatori sanitari ci
riferiscono che gli unici effetti collaterali possono essere
un po' di febbre, rossore o gonfiore. Questo genere di
affermazioni trova peraltro facile smentita in tutti quei
casi di danno da vaccino irreversibile riconosciuti dallo
stato ai sensi della legge sopra citata [210/92].
E’
il caso di sottolineare che a tutt’oggi l'intemperanza
agli obblighi comporta una sanzione amministrativa per
quanto riguarda le vaccinazioni antidifterica, antitetanica
e antipoliomielite, mentre, per quanto riguarda la
vaccinazione antitetanica, l'orientamento varia molto a
seconda dei tribunali. Per fare solo un esempio, il
tribunale dei minorenni di Venezia si orienta nel senso di
procedere all'affievolimento della potestà parentale.
Un
orientamento che ha in seguito dovuto in qualche modo
adeguarsi alla decisione della Corte d'appello di Venezia di
sollevare questione di costituzionalità con riguardo alla
legge che sancisce l'obbligo della vaccinazione
antitetanica. Vale tuttavia la pena di sottolineare la
sensibilità dimostrata dalla Corte per un problema
fondamentale in materia di vaccini, ossia la presenza in
essi dei mercurio.
A
questo proposito, chiediamoci perché il ministro Sirchia ha
emanato un decreto con il quale prevedeva l’introduzione
dei vaccini senza mercurio entro la data del 30 giugno 2003
e poi, tre giorni prima di tale scadenza, ha prorogato
“sinedie” questo termine. Forse il mercurio non è più
pericoloso? 0 forse si dovevano smaltire le scorte? E’
evidente che l'indennizzo previsto dalla legge 210/92 ha una
funzione di solidarietà sociale svolta nei confronti del
danneggiato.
Altro
è chiaramente l'eventuale risarcimento del danno che la
persona può chiedere nei confronti del ministero della
salute o delle strutture sanitarie nel caso in cui vi sia
una responsabilità del medico vaccinatore. Va anche detto
che il ministero, di fronte ai bambini menomati a vita,
disconosce completamente la propria responsabilità non
ritenendosi colpevole. Difatti, come hanno avuto modo di
chiarire due rappresentanti del ministero nella trasmissione
“Mi manda Raitre”, lo stato esclude la propria
responsabilità barricandosi dietro la attuale sussistenza
dell'obbligo legislativo. Non si tratta di far guerra ai
vaccini ma di rendersi conto che solo chi prende in mano la
propria vita, non fidandosi sempre e solo di quello che ci
viene detto, ma cercando di costruirsi un proprio bagaglio
di informazioni, potrà ritenere di essere libero di
scegliere la propria vita e quella dei propri figli.
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